Verso la fine degli anni ’60 il paese di Terruggia non offre motivo di divertimento e svago per i giovani se non l’organizzazione, non sempre tutti gli anni, da parte di volontari soci Enal (per lo più anziani) della Festa Patronale di San Martino che per di più ricorre nella terza settimana di novembre, in condizioni climatiche quasi sempre non ottimali. Sulla piazza del paese viene allestito il ballo a palchetto e le famiglie colgono l’occasione per contraccambiare incontri conviviali già piacevolmente vissuti in precedenza.
Nel 1968 si verifica una svolta, forse per una inconscia necessità di socializzazione che possa andare al di là della mera tradizione. Un gruppo di giovani, e non solo, costituisce un Comitato organizzatore della festa patronale, intesa come evento da ricordare per la sua straordinarietà, ma pur sempre nella tradizionale ricorrenza di San Martino.
La quota pro-capite per far parte del Comitato viene stabilita in Lire 10.000 che, moltiplicata per il numero del Soci, consente di raccogliere circa mezzo milione di Lire. L’intesa è che, se tutto andrà per il meglio, i soldi saranno restituiti, mentre in caso contrario si dovrà provvedere in solido per saldare le eventuali perdite.
Viene interpellato il manager della cantante più in voga in quegli anni che risponde al nome di Caterina Caselli. Ovviamente il suo cachet è molto alto (un milione e centomila Lire) e le spese complessive per tutto il resto non sono da meno, dal momento che il tradizionale ballo circolare, a uno o al massimo a due piantoni, viene sostituito con una grande struttura rettangolare coperta di cui nella nostra zona non si era mai avuta la presenza. Non si risparmia per la pubblicità e il territorio monferrino viene tappezzato da una grande quantità di manifesti che annunciano quella che dovrà essere una festa favolosa.
Al ritorno, in tarda serata, dalle ultime operazioni di “attacchinaggio” (il servizio di affissioni della Cosmo non esisteva ancora!), imbiancati dai primi, poco auguranti, fiocchi di neve, i Soci apprendono che nella sede del Comitato (la macelleria di Eugenio!) è giunta una telefonata da Milano annunciante il forfait della Caselli per inderogabili motivi, peraltro previsti dal contratto, il quale comunque contempla anche una penale per la eventuale mancata esibizione dell’artista.
La festa ha il suo regolare svolgimento, rallegrata nelle tre serate previste dalle orchestre di complemento e da una brava cantante anche se meno nota, ma al tirar delle somme il saldo è negativo.
Per il pareggio di bilancio occorre che i Soci rinuncino alla somma anticipata (il che avviene all’unanimità durante una riunione nella sala del Consiglio comunale con relative firme individuali).
Dulcis in fundo, dopo molte traversie, ma senza il ricorso alle vie legali, arriva anche l’assegno relativo alla penale pagata da Caterina Caselli per l’importo di 400.000 Lire.
Intanto la necessità di socializzazione si fa sempre più impellente e, grazie alla disponibilità dell’allora Parroco Don Mario Garrone a concedere l’uso del Parco Villa Poggio come Sede (un bel passo avanti rispetto ai locali macelleria di Eugenio), viene costituita la Pro Loco Terruggia con rogito (gratuito) del Notaio Gabriele Guerrera di Casale.
I Soci fondatori sono oltre a Don Mario, Mario Ottone (futuro Sindaco a partire dal 1975), Carlo Cantamessa, Renzo Cavallone, Renzo Novarino, Carlo Demaria, il sottoscritto all’età di 27 anni (spero di non dimenticare qualcuno) che a loro volta si tassano con una quota a fondo perduto (abbastanza rilevante per l’epoca) per portare avanti l’iniziativa. Segretario è il Geometra Gino Berra. In quegli anni il Parco Villa Poggio è una “giungla”.
Entra in azione la Pro Loco, con l’aiuto dei pensionati più anziani, ma ancora desiderosi di dare una mano, per i lavori di disboscamento ed eliminazione delle erbacce.
Ma l’opera più importante, resa possibile grazie all’importo della penale della Caselli, è senza dubbio lo sbancamento del terreno a monte, indispensabile per la costruzione del primo campo da tennis in terra battuta (altra novità per la nostra zona) e di sei campi da bocce per alcuni anni molto frequentati dagli appassionati di questa disciplina.
La terra rimossa dal Parco Villa Poggio viene destinata alla costruzione del parcheggio antistante al Cimitero (tuttora molto utile); originariamente gli alberi voluti dal Sindaco Gigi Mazzucco in onore dei caduti della seconda guerra mondiale erano ai bordi del campo sottostante.
Naturalmente questi lavori molto impegnativi vengono realizzati in gran parte dai Soci e da volontari che, alla spicciolata, si trovano nelle ore libere presso il Parco, dopo aver estratto dalle auto gli attrezzi, sempre presenti nelle medesime, come pale, vanghe, martelli, scalpelli, mazze, sotto la guida di operatori esperti come Marcello, Pietro, Renzo, Roberto, con la supervisione tecnica del Geometra Berra.
Il primo “Bar” della Pro Loco è costituito da un frigorifero a pozzo sistemato sotto il “grande pino” (che purtroppo è stato abbattuto anni dopo in quanto al termine del suo ciclo vitale), dal quale il buon Riccardo, come d’incanto, fa emergere gassose, aranciate, birre, chinotti, gelati e altre allettanti leccornie.
Alcuni anni dopo, durante le pause dei lavori relativi al seggio elettorale, il Geometra Berra progetta, sempre come Pro Loco, quello che sarà per molto tempo il vero e proprio Bar con le relative pertinenze, quali il servizio igienico, lo spogliatoio, il portichetto antistante.
Anche questa opera viene per lo più realizzata da volontari e simpatizzanti.
Successivamente il Parco viene dotato di una piattaforma scoperta in cemento che i soliti volontari intendono destinare a pista da ballo e/o a spazio ristorazione.
Da allora la Pro Loco Terruggia continua ininterrottamente la sua attività organizzando spettacoli, feste, fiere-mercato, eventi di ogni genere (nonostante il pessimismo dei soliti menagramo che ne pronosticavano una fine precoce), fino ai giorni nostri, potendo contare nel tempo su diversi aiuti delle varie Istituzioni, in primis il Comune di Terruggia, indispensabili per portare il Parco Villa Poggio all’attuale splendore.
Come Socio fondatore, attualmente ancora impegnato in prima persona nella Pro Loco Terruggia all’età di 75 anni compiuti, invito le nuove generazioni a voler far tesoro di queste esperienze del passato di cui mi sento orgoglioso, per la realizzazione di sempre più coinvolgenti iniziative di promozione del nostro territorio e in particolare del nostro paese.
Leandro NovarinoTerruggia, 28 aprile 2017
Le attrazioni di Terruggia sono ben note ai conoscitori, ma per chi volesse saperne di più su questo grazioso paese monferrino la PRO LOCO è ben disponibile a soddisfare ogni esigenza. Promuovere le eccellenze del territorio con spirito di amicizia, coesione e unità d'intenti è l'obiettivo principale della nostra Associazione. Cerchiamo di dare il meglio per soddisfare i nostri concittadini o i sempre presenti e graditi turisti. Non mancheremo di fornire indicazioni sul punto panoramico più suggestivo, su una manifestazione tipica, che sia gastronomica o culturale, sui numerosi Infernot e più in generale su quanto il paese di Terruggia può offrire dal punto di vista naturalistico, architettonico e dei servizi. In sintesi, venite a trovarci a Terruggia, vi accoglieremo con un ampio sorriso e tanta simpatia!
La Pro Loco di Terruggia ha vita grazie all'azione di oltre 90 Soci
Grazie all'azione dei nostri Soci e ai tanti volontari, la Pro Loco di Terruggia riesce ad organizzare una decina di eventi all'anno, tutti di grande successo.
CarissimaTerruggia, sento prepotente in me la volontà di rivolgermi direttamente al paese di Terruggia che ieri ancor più che l'anno scorso ho sentito come corpo vivo, come comunità e oserei dire, con un'improprietà semantica di cui sono consapevole, come "vita in campagna". Commentando la giornata una parkinsoniana ha osservato: "Abbiamo vissuto una bella giornata con la famiglia e": secondo me è "la più bella definizione che se ne possa dare" ... continua a leggere cliccando sul pulsante sotto ...
Francesco !!! Stasera mi hanno richiesto il bis... casalingo però!!! Consiglio ai "valenzani" un giro alla Pro Loco Terruggia alla festa del vino. Io non ho assaggiato la trippa ma il resto è strepitoso! Complimenti!
Semplicità, genuinità e soddisfazione: ecco le impressioni lasciate dalle specialità gastronomiche della Pro Loco di Terruggia provate in fiera. Chi scrive è sempre a favore dei sapori di una volta, e l'atmosfera conviviale aggiunge piacere al già vivo appetito. In particolare pasta e fagioli, insieme alla trippa, sono molto sostanziosi e gustosi, e in mezzo ci sta giusto la lingua, piatto più delicato. Che piacere assaporare la tradizione! Il dolce, molto originale, è perfetto per chiudere un pasto eccellente; insomma, lo stand della Pro Loco di Terruggia è una tappa da consigliare a ogni buongustaio...approfittatene, è l'ultimo weekend!
Abbiamo avuto collaborazioni e svolto attività all'interno del comune di Terruggia per diversi anni, ma mai come in questa stagione sportiva abbiamo avuto l'occasione di constatare - attraverso una serie di eventi organizzati in collaborazione con Pro Loco e Comune in occasione del cinquantenario della società - l'estrema disponibilità, cortesia e capacità organizzativa di tutti i membri della Pro Loco di Terruggia. È stato un piacere condividere l'organizzazione degli eventi da noi proposti e svolti all'interno del paese con persone veramente affabili, propositive e, soprattutto, innamorate del loro territorio. Speriamo che l'esperienza di quest'anno sia solo la prima di un lungo sodalizio!
La squisita e accogliente ospitalità mostrata da Lei e dai suoi collaboratori ci ha colpito profondamente, tanto che sarei tentato di dare corpo a questo sentimento riassumendolo in due frasi che esprimono una convinzione " unanime: " abbiamo conosciuto nuovi amici e siamo stati ( ahimè poco tempo) bene con loro ". MI dispiace solamente che il mio arrivo a Terruggia sia coinciso con uno di quei momenti che nel linguaggio della malattia si definiscono " off" e peccato che più che di un momento si sia trattato di una fase di " blocco" che m ha accompagnato per tutto il periodo trascorso a Terruggia e oltre. Ciò non mi ha impedito di essere testimone diretto e spesso destinatario specifico di una gentilezza che sapeva coniugare nello stesso atto sensibilità umana e capacità di relazionarsi ad un gruppo così numeroso e composito come il nostro. Le confesso che guardavo anche con un pizzico di soddisfazione ai dialoghi che si allacciavano tra i suoi collaboratori e i partecipanti alla visita a Terruggia: mi sentivo a disagio per il fatto di non riuscire ad esprimere questa gratitudine, ma nel contempo ero gratificato dalla consapevolezza che gli obiettivi del progetto "Viaggianimando" erano stati raggiunti ed anzi altri se ne erano dischiusi. E’ desidero esprimere adesso questo grazie, lo voglio fare oggi, nelle prime ore del giorno, da casa, quando un pc può ovviare alla scomparsa della scrittura manuale ed un testo digitato può trasmettere quei contenuti che l'eloquio farraginoso rende incomprensibili al telefono, quando il ricordo vivo mi fa capire ancora una volta di più ( dopo una vita passata nella scuola attraverso trent'anni di presidenza e dopo la specializzazione in Comunicazioni Sociali segnata da quarant'anni di recensioni) una verità fondamentale nella comunicazione: la tecnologia è imprescindibile nel catturare l'attenzione e nel creare un asse comunicativo, ma nulla lo può arricchire più del vis à vis che mette in connessione con la persona dell'altro. Si aprono nuovi spazi che in molti casi dobbiamo imparare a conoscere e che in tanti casi però dobbiamo avere e cercare dentro di noi Un ultimo grazie ed un caldo arrivederci.